15 novembre 2016 - Filippo Tuzio

Quante volte avremo sentito, in TV ma soprattutto sui vari siti internet che popolano lo scenario meteo amatoriale e non, le previsioni a 15 giorni e le tendenze meteo invernali o estive? Migliaia, forse milioni ed ogni anno, ogni inverno o estate i titoli si sprecano per cercare di "azzeccarla".

La domanda sorge spontanea:"Le previsioni a lungo termine, allora, si possono fare?"

Per rispondere con cognizione di causa a questa domanda è necessario prendere in esame quattro fattori, che diventano automaticamente necessari per stabilire se una previsioni è affidabile o meno: 

  • La distanza di tempo dal giorno in cui la previsione viene stilata al giorno preso in esame dalla stessa
  • L'area geografica a cui la previsione si riferisce
  • Il lasso di tempo entro cui la previsione si sviluppa
  • La situazione meteo prevista
  • Ma vediamo nel dettaglio e con un esempio a cosa ci riferiamo. 

    Supponiamo di essere a metà Ottobre, l'inverno è in arrivo e la curiosità sull'andamento della stagione invernale non può che essere che massima. Inevitabilmente, spulciando i vari articoli online, il titolone più evidente è "Inverno gelido e nevoso per l'Italia".
    Tenendo conto dei fattori presi in esame precedentemente, capiamo che la distanza di tempo varia da 1 mese e mezzo (metà Ottobre - inizio Dicembre) a 4 mesi (Ottobre - Febbraio), l'area geografica è riferita ad un territorio nazionale topograficamente non omogeneo (con Monti, Pianure e Mari a piccole distanze), il lasso di tempo comprende tutto l'inverno, ovvero 3 mesi (Dicembre - Febbraio) e la situazione prevista è di grande instabilità con pioggia, neve e forti anomalie (che accrescono l'imprevedibilità della previsione). Tenendo conto che si tratta di una tendenza, perché superiore ai 15 giorni, è impossibile che questa possa riferirsi ad un territorio così piccolo come quello nazionale. Infatti le tendenze di questo tipo prendono in esame territori a livello continentale-oceanico. Inoltre è inverosimile che in un intero inverno (3 mesi) si possa sviluppare un'anomalia negativa forte tale da renderlo gelido ed inoltre, come già detto, l'instabilità atmosferica accresce la poca affidabilità della previsione. In conclusione tale previsione è da ritenersi assolutamente inaffidabile!

    Supponiamo ora di essere a metà Luglio, e di leggere un articolo in cui vi è scritto che fino ad inizio Agosto non dovrebbero essere previste precipitazioni rilevanti sul Sud Italia.
    Tenendo conto sempre dei fattori precedentemente esaminati, capiamo che la distanza di tempo è di 15-20 giorni, l'area geografica è il Sud Italia, il lasso di tempo della previsione va da metà Luglio ad inizio Agosto (quindi sempre 15-20 giorni) e la situazione prevista è di stabilità (quindi di più facile previsione).
    In questo specifico caso, l'affidabilità della previsione è più alta poiché, pur se il periodo preso in esame è lungo (15 giorni), l'area analizzata non è molto grande, sia in rapporto al lasso di tempo esaminato, sia in rapporto alla distanza della previsione e sia relativamente al fatto che, come detto prima, la previsione parla di stabilità atmosferica. In conclusione tale previsione è da ritenersi generalmente affidabile o comunque degna di considerazione.

    Abbiamo visto, quindi, il fattore della distanza temporale, dell'area geografica presa in considerazione, del lasso di tempo e della situazione meteo prevista sono fondamentali per definire l'attendibilità di una previsione. E' proprio per questo che l'evoluzione delle previsioni meteo, attualmente, non potrà mai prevedere se a distanza di un mese pioverà o meno a Matera, così come non potrà mai prevedere, in un contesto instabile, se domani tra le 17 e le 18, cadranno 0,5mm in Via Aldo Moro. 

    Le previsioni più serie ed attendibili sono quelle che usano il condizionale, includono una percentuale di rischio che non siano rispettate e che tracciano una linea generale ma comunque sufficiente rispetto alle possibilità che i mezzi scientifici mettono a disposizione.