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Inverno 2015/2016: La tendenza fino a metà Gennaio

Lungo Termine

10 dicembre 2015

10 dicembre 2015

L'inverno meteorologico è ormai iniziato da 10 giorni e, a dire la verità, le temperature non sono ancora freddissime o per lo meno il periodo appena passato ha regalato molto bel tempo e valori sopra la media stagionale. Novembre si è chiuso con un'anomalia positiva importante un po' su tutta l'Europa a causa della persistena dell'Anticiclone che, ancora oggi, domina quasi l'intero continente.

Ora però l'inverno sta entrando nel vivo e pur se alcuni anni passati a Novembre la nostra città era già stata imbiancata (2 anni fa, ad esempio, a fine Novembre si raccolsero 1-2cm di neve) quest'anno pare che la stagione fredda stia preparando le proprie carte con più lentezza.

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LE PREMESSE

Dunque, iniziamo a condividere la nostra analisi partendo dagli indici teleconnettivi globali e continentali che quest'anno, come ogni anno, ci permettono di avere un quadro generale più o meno definito.

L'argomento di questi ultimi mesi è stato senza dubbio il Nino, in anomalia positiva sull'Oceano Pacifico a livelli di Nino Strong specie nel settore Occidentale (Nino Modoki). La presenza del fenomeno del Nino (ovvero il riscaldamento delle acque superficiali della fascia equatoriale dell'oceano Pacifico) solitamente ci porterebbe a pensare ad un inverno secco e generalmente mite sul Mediterraneo ma spesso può essere interpretato diversamente se affiancato ad altri indici quali la QBO (Quasi Biennal Oscillation).

La QBO è un indice che permette di capire il comportamento dei venti zonali stratoferici all'Equatore, ovvero di quei venti che si trovano nella stratosfera (il livello più alto dell'atmosfera) che solitamente procedono da Ovest verso Est in accordo con la rotazione della Terra. Questo indice risulta importante nella previsione di possibile stratwarming in Europa o ancora di capire quanto i 3 anticicloni più importanti del pianeta (quello Pacifico, quello Europeo e quello Russo, detti rispettivamente wave 1,2,3) possano arrivare ad insediare le latitudini più alte dell'emisfero favorendo le discese fredde. Quest'anno l'indice è fortemente positivo e ciò ci fa intendere quanto il flusso dei venti zonali sia molto forte e conseguentemente come gli anticicloni non abbiano la tendenza ad allungarsi sui proprio territori di competenza garantendo una vasta copertura alle latitudini più basse.

Per concludere il capitolo delle premesse, diamo un'occhiata al NAM (North Anular Mode) che ci da conferma di ciò che già sta avvenendo in questi giorni, ovvero un forte raffreddamento della stratosfera (stratcooling) iniziato già a Novembre, che si traduce in una minore possibilità di colate fredde a medie latitudini a causa di un Vortice Polare molto molto compatto. Come detto, il periodo di stratcooling è già cominciato e statisticamente può durare fino a 40-60 giorni, pertanto si può ipotizzare che il VP (che se disturbato è responsabile del freddo a basse latitudini, se compatto rimane alle alte latitudini) rimarrà lontano dal Mediterraneo almeno fino a Gennaio.

ANALISI DI OTTOBRE

Come l'anno scorso, anche quest'anno cerchiamo di inquadrare i maggiori protagonisti di questa prima parte di inverno tramite l'analisi di quanto accaduto nel mese di Ottobre. Secondo gli studi, infatti, questo mese spesso presenta caratteristiche simili a buona parte dell'inverno. Quest'anno Ottobre ha evidenziato delle caratteristiche che non confermano ciò che gli indici teleconnettivi vogliono far intendere. Gli indici SAI (Snow Advance Index, che tiene conto della copertura nevosa della zona euroasiatica) e OPI (October Index Pattern) sembrano essere in totale disaccordo con quanto detto fin'ora. Infatti entrambi fanno pensare ad un AO negativa (quindi VP meno compatto), indice che ci permette di capire la differenza ti pressione tra l'Artico e le latitudini inferiori.

CONCLUSIONI E POSSIBILI SBLOCCHI

Essendo queste le informazioni più interessanti per stilare la tendenza di questa prima parte dell'inverno, possiamo dedurre che il protagonista più importante che funge da ago della bilancia a livello continentale è lo stratcoolging, ovvero il raffreddamento della stratosfera che favorisce un VP compatto ed un flusso di venti zonale tale da quasi annullare le tre Wave.

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Per questo motivo attualmente è difficile pensare ad un'affondo freddo sul nostro paese, specie da est, ovvero da lì dove risulterebbe più prolifico in termini di termiche basse e neve per il Sud Italia ed il nostro territorio. Dando un'occhiata anche al grafico dell'andamento dell'Onda Planetaria, grazie alla quale possiamo intuire l'intensità del flusso zonale, vediamo come i valori positivi (indicanti i momenti favorevoli alle discese di aria fredda a latitudini medio-basse) sono presenti a fine mese di dicembre, periodo indicato per qualche possibile passata di fresco di lieve intensità e durata.

Lo sblocco vero e proprio ci sarà a gennaio tra la seconda e la terza decade e ad inizio febbraio, quando lo stratcooling subirà un naturale rallentamento e gli indici OPI e SAI potrebbero iniziare ad avere ragione sull'AO negativa e sul VP disturbato. Fino ad allora la nostra tendenza fino alla prima decade di Gennaio circa, rimane negativa per eventi rilevanti sul nostro paese. Tutte le previsioni che finora hanno visto neve e gelo sul nostro paese nel periodo natalizio o comunque nella seconda decade di Dicembre, rimangono per noi totalmente infondate.

Vi rimandiamo alla fine di Dicembre, inizio di Gennaio per il secondo aggiornamento il cui focus sarà su Gennaio-Febbraio.

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