22 febbraio 2018 - Filippo Tuzio

Ne abbiamo sentito tanto parlare in passato, ne stiamo sentendo parlare tanto in questi giorni e tanto ne sentiremo parlare anche in futuro perché ciò che proveremo a spiegare in questo articolo è una delle figure più chiamate ed attese dai freddofili e nivofili italiani.

Stiamo descrivendo il Burian o Buran, il vento freddo proveniente dalla steppa russa la cui denominazione tradotta in italiano significa "bufera di neve". Al di là della definizione, però, andiamo a scoprire meglio cos'è questo vento freddo e perché è così importante e straordinario per gli inverni del nostro paese.

Come in molti sapranno, la rotazione della terra sul proprio asse, comporta molte conseguenze a livello atmosferico, tra cui i così detti venti occidentali, importanti correnti che trasportano grosse masse d'aria da Ovest verso Est nelle zone temperate del nostro pianeta (sia dell'emisfero Australe che di quello Boreale). Tale premessa è importante per individuare la straordinarietà di un evento come il Burian che, come dicevamo, è un vento gelido che, al contrario delle forze dei venti occidentali (e quindi potremmo quasi dire ignorando la rotazione della terra), percorre migliaia e migliaia di chilometri per attraversare tutta la Russia, scavalcare gli Urali, raggiungere la Russia Europea e le regioni dell'Est e poi tuffarsi sul Mediterraneo.

Cosa permette a questo vento di attraversare tutto il continente Eurasiatico ed arrivare quasi indisturbato sul nostro paese senza subire il contrasto dei venti occidentali?

Un Anticiclone termico la cui comparsa non è nemmeno così rara. Infatti, con il raffreddamento repentino del continente Russo-Siberiano tra Autunno e Inverno, si creano i presupposti affinché su questi territori nascano Alte Pressioni che arrivino a valori addirittura superiori ai 1080hPa. Sappiamo bene, dunque, che intorno agli anticicloni scorrono le correnti in senso orario e che quindi sul lato meridionale dell'Alta Pressione Russo Siberiana, si sviluppa un moto da Est verso Ovest. E', dunque, l'Anticiclone Russo-Siberiano a permettere al Burian di assumere un movimento retrogrado (cioé niente di più di quanto spiegato prima: un movimento contrario a quello ordinario dei venti occidentali). Ovviamente saranno la forma e l'estensione di questa figura altopressoria a tracciare la via del gelido vento freddo e diventa questione Europea quando l'Anticiclone Russo-Siberiano si spinge fin a ridosso dell'Europa unendosi al ben più noto Anticiclone Atlantico fino a creare un lunghissimo ponte, dall'Oceano fino alla Siberia.

Citiamo alcuni degli eventi celebri rimasti impressi nella storia e nella letteratura della meteorologia: parliamo del burian del 1929, del 1956, del 1987 (avvenuto addirittura in Primavera) e l'ultimo, il più recente, nel 2012.

 

Il Burian del Febbraio 2012 raggiunse l'Europa centrale per poi buttarsi nel Mediterraneo Occidentale interessando gran parte dell'Italia. Nell'immagine qui sopra è possibile notare come, il 31 Gennaio, ad una settimana di distanza dagli effetti europei di freddo e gelo, una vastissima area anticiclonica che va dall'Atlantico Meridionale fino a sfiorare lo stretto di Bering al confine con l'Alaska, consenta al Burian di percorrere tutto il continente Russo, scalvalcare i Monti Urali e raggiungere la Russia Europea e successivamente l'Europa.